Vittima di incidente a terra: diretta su Facebook
"La vittima di un incidente stradale a terra in fin di vita, Lui (un passante n.d.r.), con il telefonino connesso a Facebook, ha iniziato a trasmettere la diretta dell'agonia non chiamando i soccorsi e scrivendo: "Chi mi segue chiami aiuto!" e "C'è sangue, speriamo si salvi". E' successo a Riccione (Rimini), dove nella notte tra sabato e domenica è morto in viale Veneto un ragazzo di 24 anni, Simone Ugolini, dopo uno schianto in motorino contro un albero."
Qui siamo di fronte ad un caso che ha dell'incredibile: l'omissione di soccorso è già di per sè cosa grave ma non è facile giudicare da dietro una tastiera, bisognerebbe cercare di immaginarsi al posto della persona coinvolta.
Ma non è questo l'aspetto che voglio approfondire bensì il fatto che la prima cosa che è venuta in mente alla persona che assisteva alla scena è stata quella di cercare aiuto in un modo a dir poco stravagante.
Anche volendo tralasciare gli aspetti legati alla privacy di colui che versava in gravi condizioni, è veramente imbarazzante constatare come il ricorso ai Social Network sia stato, in questo caso, più automatico del buon senso !
La notizia è particolare, probabilmente un caso più unico che raro, ma mi ha colpito perchè rivela come, piano piano, i Social si stanno infilando nelle nostre menti diventando il nostro primo pensiero anche in casi in cui dovrebbero, semmai, essere l'ultimo.