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   Chi ci spia ?   

Hai mai avuto la sensazione che il tuo motore di ricerca sapesse già quello che volevi cercare ?
Ti sei mai chiesto come mai nei siti in cui vai trovi spesso pubblicità di prodotti che ti interessano ?
Hai fatto caso che su Facebook ci sono molti post che sembrano scritti apposta per te ?

Ecco a cosa mi riferisco quando dico che siamo spiati.

Ogni volta che siamo on-line dichiariamo, più o meno intenzionalmente, molto di quello che ci riguarda.
Il modo più palese è quando postiamo sui social informazioni, foto, opinioni, ecc., il modo più subdolo è quando, andando a spasso per la rete, lasciamo delle "tracce" come le pagine visitate, la posizione, i like, ecc. ecc.

Queste informazioni vengono puntualmente raccolte e, se opportunamente gestite, si trasformano in una miniera d'oro per chi vuole fare della pubblicità mirata, altrimenti definita behavioural advertising.

Tutto avviene alla luce del sole, sotto ai nostri occhi.

Non ci credi ?

Prova a dare un'occhiata a questo link per vedere chi ti sta spiando in questo momento !

Con la scusa di aumentare la sicurezza, i colossi del web e della tecnologia in genere hanno introdotto nel tempo sistemi sempre più invasivi come ad esempio la lettura puntuale delle email (con la scusa di identificare lo spam) la scansione del volto fatta dagli smartphone (con la scusa di fare in modo di essere gli unici ad accedere al proprio smartphone) e via discorrendo.

Tutto questo "progresso" permette di affinare sempre più i metodi con cui carpire informazioni personali.

Se, ad esempio, mettere o non mettere un like è un'azione che richiede un minimo di coscienza e quindi può essere o non essere fatta, diverso è rilevare il tempo di permanenza su un post per desumerne il livello di interesse del lettore.
Peggio ancora potrebbe essere rilevare l'espressione del viso per capire che tipo di emozione l'utente sta provando durante la lettura di un post.

Tutto questo non è lontano dalla realtà, tuttaltro !
Il gioco si fa duro e noi utenti siamo in una posizione sempre più debole, ma già esserne consapevoli è un piccolo passo in avanti.

La pubblicità comportamentale ha anche una sua utilità in quanto proprone all'utente contenuti di suo interesse, questo è vero. Ma è chiaramente una strategia per rinforzare nell'utente un bisogno che magari, in condizioni normali, dopo pochi click svanirebbe.

Ma a parte questo, se raccogliendo le abitudini si costruisce un profilo dell'utente molto dettagliato, il passo verso la schedatura è molto breve. E' questo aspetto che deve farci alzare la guardia.

Ecco quindi alcuni piccoli accorgimenti che si possono attuare per complicare la vita delle spie:

  1. Disabilitare la registrazione dei cookies sui nostri browser. Si eviterà così di lasciare tracce della navigazione (almeno sul proprio dispositivo);
  2. Limitare la diffusione di informazioni personali evitando di postare foto e commenti sui social network;
  3. Evitare di registrarsi a siti web mediante i Social. Si evita così di arricchire il proprio profilo informativo, meglio avere login distinte;
  4. Tenere nota dei siti a cui ci si registra Si avrà così l'opportunità, ogni tanto, di revisionare l'elenco ed attivare le procedure per la cancellazione laddove non più necessario. Per questo potrebbe essere utile anche consultare JustDeleteMe ;
 
Se è vero che l'utente è la parte debole del sistema, l'utente consapevole lo è un po' di meno.

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