Google smetterà di tracciare e profilare i comportamenti degli utenti per fini pubblicitari

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Google smetterà di tracciare e profilare i comportamenti degli utenti per fini pubblicitari

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Pubblicato da Andrea G. in Notizie · Sabato 13 Mar 2021
Tags: Googleprofilazionecookieadvertising
L’anno prossimo, il 2022, vedrà l’arrivo di una rivoluzione nell’ambito della pubblicità on-line.
A dettare il cambiamento, ancora una volta, sarà il Big G attraverso il browser Chrome.

Navigando nella rete non è difficile imbattersi in annunci pubblicitari che ripropongono, guarda a caso, prodotti o servizi che abbiamo ricercato in precedenza. Anche spostandosi tra siti differenti, queste inserzioni sembrano inseguirci.

Ed è proprio così: l’interesse da noi manifestato nella visita di un sito viene prontamente annotato e conservato in un cookie.

I cookie sono un espediente informatico per conservare semplici informazioni da utilizzare nel corso della sessione di navigazione o da ricordare per la prossima volta che ritorniamo sulla pagina. Ricordo con simpatia che anni fa, ancora nel web 1.0, mi stupivo quando un sito si ricordava il mio nome e mi salutava al ritorno: “Bentornato Andrea!”.

Se all’inizio i cookie erano solo “di prima parte” ovvero accessibili esclusivamente al sito (dominio) che li aveva generati, con l’introduzione dei “cookie di terze parti” questo limite è stato valicato.

Questi cookie sono usati principalmente per la profilazione cross-site e nell’ambito del Programmatic Advertising per attuare campagne di retargeting.
 
In sostanza, attraverso un complesso meccanismo di raccolta di informazioni comportamentali, un sistema completamente automatizzato assegna i contenuti a spazi pubblicitari predisposti (ad esempio su siti di quotidiani on-line) attuando una vera e propria asta per la vendita al miglior offerente (Real Time Bidding) degli spazi tramite la rielaborazione di miriadi di informazioni personali ottenute con la profilazione.

Per tornare al tema, e dunque alla rivoluzione che Google introdurrà, la decisione del colosso di Mountain View è quella di bloccare direttamente tramite il browser Chrome (e quindi andare nelle direzione di far scomparire) i cookie di terze parti.

Ulteriore garanzia per l’utente sarà l’introduzione di una Privacy sand box da utilizzare per limitare lo scambio di informazioni tra server scoraggiando anche le attività di fingerprinting (metodo con approccio statistico per il riconoscimento passivo di un utente basato sull’incrocio di informazioni rilevate dalle preferenze del browser dell’utente).

L’impatto sui siti che ospitano pubblicità sarà evidente, la stessa Google stima un decremento del 64%. Anche gli inserzionisti dovranno cambiare il modello di business concentrandosi probabilmente sulla pubblicità contestuale o sfruttando maggiormente i cookie di prima parte oppure portando gli utenti a registrarsi ed autenticarsi nei vari siti di interesse.

Questo approccio aprirà uno spiraglio alla concorrenza che deciderà di non seguire le orme di Google, tuttavia David Temkin, Director of Product Management, Ads Privacy and Trust di Google ha dichiarato che le crescenti aspettative dei consumatori in materia di privacy e le restrizioni normative in rapida evoluzione premieranno la decisione.

Staremo dunque a vedere se questa iniziativa porterà ad una maggiore attenzione verso la privacy degli utenti, speriamo che sia davvero una rivoluzione!


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