È notizia di ieri che l’artista Rose Villain denuncia sui social di aver trovato in rete delle immagini di sé nuda create dall'intelligenza artificiale.

Si tratta purtroppo dell’ennesimo caso di un fenomeno che sta crescendo esponenzialmente negli ultimi anni e che ha un effetto devastante per chi lo subisce.

Ancora una volta c’è di mezzo l’intelligenza artificiale, strumento in sé molto potente e con un potenziale di applicazioni utilissimo ma che, come sempre più frequentemente riscontriamo, può trovare impieghi discutibili e terribilmente dannosi.

Il Garante della Privacy ha predisposto una scheda informativa (scaricabile qui) per sensibilizzare gli utenti sui rischi connessi agli usi malevoli della tecnologia messa a disposizione da alcune App. Le possibilità di difendersi da questo fenomeno sono, a mio avviso, al momento quasi nulle. Tuttavia, conoscere il fenomeno e attuare delle minime precauzioni può essere di aiuto.

Quando ho pensato al nome NonPostoApposta ho immaginato due possibili significati: il primo è quello di incitare ad un atteggiamento consapevole che porta ad evitare (non) intenzionalmente (apposta) di pubblicare (postare) informazioni personali; il secondo è invece la constatazione che spesso rilasciamo in modo inconsapevole informazioni quali la posizione, che evidenzia i luoghi a noi famigliari, gli interessi, carpiti dai link/post visitati e dal tempo di permanenza su tali contenuti, le ricerche effettuate, ecc. ecc.

Devo, mio malgrado, constatare che esiste un terzo possibile significato che è rappresentato da chi invece, apposta, posta “informazioni” (ovviamente è un eufemismo) sul nostro conto.