Non è solo Siri ad ascoltarci
Da parecchi mesi il ricorso ad un assistente vocale è cosa comune. Come tutte le cose all'inizio ci si guarda un po' con ostilità, poi ci si abitua ed infine se ne diventa dipendenti.
E proprio con la stessa velocità si passa da un atteggiamento snob e sospettoso per poi gradualmente abbassare la guardia e accettare come normale il fenomeno. E' stato così anche per i cellulari, ad esempio.
Ciò su cui non ci si sofferma abbastanza è capire che l'assistente vocale è sempre pronto ad entrare in azione per noi e, talvolta, nemmeno ce ne rendiamo conto.
In un interessante articolo ripreso dal Corriere, il Guardian mette in luce un fenomeno inquietante.
Una percentuale dei nostri "comandi" vocali viene passata a società terze per il controllo qualità. controllo effettuato da persone che, seppure istruite in tema di privacy, rappresentano comunque una potenziale debolezza nella gestione di dati personali.
Questo fatto diventa ancora più sensibile pensando al numero delle volte in cui Siri si attiva per errore male interpretando qualche suono ambientale o parte di alcune frasi pronunciate da noi o dai nostri vicini.
Sembrerebbe che, in particolare, l'Apple Watch sia il dispositivo più frequentemente responsabile di false attivazioni in quanto si attiverebbe già con l'avvicinamento alla bocca.
La situazione descritta sin qui è già di per se preoccupante ma dovrebbe farci riflettere sul fatto che, almeno da un punto di vista tecnico, qualcuno da qualche parte del mondo potrebbe ascoltare tutte le nostre conversazioni semplicemente intercettando il microfono del nostro iPhone sempre aperto e pronto a rilevare un suono simile a "Hey Siri !".